Per imparare hai bisogno di un faro illuminante o di un guard rail?

Per imparare hai bisogno di un faro illuminante o di un guard rail?

Già da molti anni soprattuto nel Nord America e in Francia si ribadisce l’idea che l’aumento della speranza di vita, lo sviluppo tecnologico ed altri fattori sociali, economici e politici favoriscono la formazione continua degli adulti sia in ambito professionale, sia in ambito personale.

In poche parole la formazione non si esaurisce con la scuola dell’obbligo, al contrario quest’ultima costituirebbe le fondamenta su cui costruire il proprio percorso formativo in senso lato. Di conseguenza, la formazione di base con un diploma post obligatorio è già un proseguimento di questa costruzione del sapere, ma non è sufficiente se non viene regolarmente ampliato.

Le proposte non mancano in questo settore, questo è un indicatore di democrazia, spetta al singolo scegliere l’offerta più adatta a lui.

Da parte mia, oriento la riflessione sulla differenza tra la scuola dell’obbligo, la formazione di base e la formazione continua.

I termini, le parole utilizzati non sono mai casuali.

Se nella formazione continua, si parla di “discenti” etimologicamente si ricorre al verbo latino disco, is, didici, ere che vuol dire impare. Il “discente” è colui che impara ed è sinonimo di discepolo o scolaro. 

La domanda è può un adulto essere uno scolaro? In questi casi, la figura del docente è quella del maestro della scuola dell’obbligo dove l’adulto ha delle conoscenze e un ruolo educativo ben specifico. Rappresenta una guida per i ragazzi, un faro illuminante che indica la via soprattutto nei momenti difficili.

La domanda è un adulto abbisogna di un faro? Può essere assimilato a un bambino o a un adolescente?

Se nella formazione continua si parla di “partecipanti” etimologicamente si fa riferimento all’espressione latina rei sum (es, fui, esse) particeps che equivale a essere partecipe, prender parte, essere consapevole di qualcosa. 

La domanda è: un adulto ha un ruolo di compartecipazione nella sua formazione? L’età adulta ha delle competenze specifiche? Il docente è in questo caso assimilato al ruolo del guard rail: indica e fornisce indicazioni precise, ma sa adattarsi all’iter personale dei partecipanti. 

In entrambi i casi si sostituisce il termine “docente” con quello di “formatore”, ma forse “responsabile di formazione” sarebbe più corretto. Il suo margine d’azione è riferito al percorso formativo (contenuti che presenta) e non alle persone che assistono ai suoi corsi.

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